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VIDEO / VivaBio: produzioni forestali innovative per migliorare la sostenibilità vivaistica. I risultati del progetto

23 Aprile 2025

Produzioni forestali innovative per migliorare la sostenibilità vivaistica. È questo il tema al centro del convegno workshop che si è tenuto l’11 aprile 2025 al Pistoia Nursery Campus in via Vannucci a Pistoia, nel quale sono stati presentati i risultati del progetto VivaBio (intervento realizzato con il cofinanziamento FEASR del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Toscana – Sottomisura 16.2), nato per l’introduzione dei prodotti forestali biologici innovativi nella filiera vivaistica, per il controllo dello sviluppo delle specie infestanti e per lo stimolo delle difese naturali delle piantine da vivaio.

VISITA IL SITO DEL PROGETTO: https://vivabio.ciatoscana.eu/

Claudio Fagarazzi (DAGRI, Università di Firenze): «Ci sono risultati interessanti che sono emersi nell’ambito del progetto VivaBio. Sono legati a due aspetti.
Uno riguarda un prodotto che già è molto diffuso nell’ambito del vivaismo ed è il cippato di legno, che è usato per la pacciamatura, cioè una copertura che viene posta sopra la vasetteria e serve fondamentalmente per limitare lo sviluppo di di erbe infestanti. I risultati dello studio hanno confermato che funziona, per due aspetti molto rilevanti: difende dagli stress idrici e dalle ondate di calore. Quindi se ci sono eventi di questo tipo, che capitano sempre più frequentemente, questo prodotto ha anche questa funzione.
L’altro aspetto è lo studio di estratti del legno. Sono estratti rappresentati principalmente da tannino e da wood vinegar (aceto di legno o distillato di legno) e sono degli estratti legnosi conosciuti fin dall’antichità. Venivano utilizzati per la concia delle pelli e hanno delle capacità antibatteriche, di sanificazione dei terreni. I risultati emersi sono quindi particolarmente favorevoli per quanto riguarda la lotta ai nematodi, che sono dei microrganismi presenti nel terreno e che possono essere trasportati anche all’interno della vesetteria. Essi sono un problema molto grosso per la vesetteria, perché se presenti nella fase di esportazione possono causare un blocco alle frontiere. Il tannino viene prodotto localmente anche nell’ambito del progetto, tramite un prototipo realizzato dall’Azienda Agricola Forestale Orlandini Antonio, qui sull’Appennino Pistoiese, e ha dato risultati più o meno simili a quelli del distillato di legno».

Sandro Orlandini (presidente Cia Toscana Centro): «Questo è uno sviluppo di un altro progetto di filiera che si chiamava “Cippato e Cippatino”. In quel caso il prodotto secondario della lavorazione del legno era destinato tutto agli impianti di riscaldamento, ma emerse anche questa sperimentazione dell’utilizzo come pacciamante nel vivaismo. Questa quindi è la fase successiva in cui, grazie alla ricerca, abbiamo provato anche a capire gli effetti del tannino prodotto da alcune specie, in modo particolare castagno e robinia, e abbiamo visto che è un disinfettante naturale molto importante che contrasta la presenza dei nematodi. Le risultanze del progetto VivaBio sono molto importanti e daranno sicuramente uno slancio a tutti e due i distretti: quello forestale per la produzione e a quello vivaistico per l’approvvigionamento di questo prodotto di filiera corta».

Emilio Resta (responsabile agronomico Vannucci Piante): «Il progetto VivaBio è nato anche come una sfida per l’utilizzo minore di diserbanti all’interno della coltivazione in vaso e ci siamo chiesti se questo pacciamante potesse avere anche degli effetti corroboranti, stimolanti, per la pianta. In questo modo abbiamo potuto verificare l’attività di altri formulati che non sono di sintesi, ma che vengono da estratti di sostanze naturali. Il pacciamante è qualunque materiale che tu metti sul vaso – e in questo caso sono scarti di legno – per evitare che i semi possano germinare sul vaso e che quindi possano limitare la crescita della pianta nel contenitore».

Nel workshop del progetto VivaBio si parla anche della connessione che c’è tra il bosco, la foresta e l’agricoltura, come ha dichiarato uno dei partecipanti, Lorenzo Vagaggini (agronomo): «Questo è il frutto di un percorso che le aziende partecipanti hanno intrapreso ormai da qualche anno. Qui a Pistoia c’è una specificità: abbiamo è un grandissimo distretto vivaistico e a pochi minuti da questo territorio abbiamo le montagne dell’Appennino Pistoiese, caratterizzate dalla presenza di moltissime aree boscate. Ecco, l’idea è quella che dalla gestione forestale sostenibile di questi territori attraverso piani di tagli, piani di gestione: una parte dei prodotti legnosi possono essere convertiti in prodotti utili per il vivaismo. Il vivaismo ha bisogno di questi prodotti legnosi come cippato, cippatino e – come stiamo esaminando – tannino, per realizzare delle colture vivaistiche a basso impatto. Questo può portare a una sensibile riduzione di tutti i prodotti chimici che vengono utilizzati nei vivai e con un drastico abbassamento del consumo di diserbanti. L’utilizzo di questi prodotti naturali consente, da una parte, una migliore crescita delle piante (anche per le caratteristiche curative che ha il tannino) e dall’altra parte una minore proliferazione di piante infestanti, perché l’utilizzo di questi prodotti nelle nelle piante in contenitore permette una loro crescita senza bisogno di troppi trattamenti».

Antonio Orlandini (Azienda Agricola Forestale Orlandini): «Una cosa è certa. I nostri boschi hanno bisogno dell’uomo, di una lavorazione e manutenzione continua. Purtroppo si vedono gli effetti del dell’abbandono ogni che che piove, ogni volta che le condizioni atmosferiche creano dei grandissimi problemi. Abbiamo pensato di utilizzare il bosco anche in collaborazione col vivaismo pistoiese: le nostre montagne sono piene di boschi, la nostra pianura è piena di vivai e l’utilizzo del cippato di legno in sostituzione dei diserbanti e della chimica sta avendo degli effetti molto positivi, sia sull’ambiente che sull’economicità delle delle nostre attività».

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