Un’opportunità che riguarderà molti pensionati e che certamente merita di essere valutata dagli interessati. Stiamo parlando della cancellazione, o per meglio dire, della neutralizzazione dei periodi di disoccupazione dal calcolo della pensione. Con una simile operazione, il pensionato potrebbe ritrovarsi con un assegno mensile di importo maggiore.
Dal 2022, l’Istituto di previdenza rende noto che, se i periodi di disoccupazione svalutano l’importo dell’assegno pensionistico, il cittadino potrà chiedere la neutralizzazione di tali periodi vedendo così aumentare la pensione. Il beneficio opera però solo se i periodi di disoccupazione sono concentrati negli ultimi 5 anni che precedono la pensione.
I periodi interessati alla neutralizzazione sono quelli derivanti da disoccupazione ordinaria (Naspi) e l’Indennità di disoccupazione agricola.
Queste settimane contributive, come già detto, devono collocarsi negli ultimi 5 anni della carriera lavorativa e soprattutto non devono essere utili per il raggiungimento del diritto a pensione. Il beneficio opera per le sole pensioni anticipate e/o di vecchiaia, liquidate nell’assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti (FPLD).
Chiariamo quanto finora scritto con un esempio. Pensiamo ad un lavoratore in pensione anticipata nel 2019 a 64 anni con 43 anni e 10 mesi di cui gli ultimi due anni di Naspi. Se questi periodi svalutano la pensione si può scegliere di neutralizzare subito un anno su due mantenendo il diritto alla pensione anticipata o attendere i 67 anni, cioè il requisito per la pensione di vecchiaia, per neutralizzare tutte e due le annualità.
Il beneficio non opera d’ufficio, ma solo a domanda da parte dell’interessato, perciò vi invitiamo a contattare gli uffici del Patronato INAC per una verifica accurata della pensione e scoprire se potrà beneficiare di questa opportunità.
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