Emergenza siccità per l’agricoltura toscana. Cia Toscana Centro: manca piano irriguo regionale. A rischio olivicoltura e grano, e anche i boschi della Montagna pistoiese perdono le foglie

22 Giugno 2022

Ma anche grandi difficoltà per costi di produzione alle stelle, speculazioni grano e ungulati

Costi delle materie prime alle stelle e poi l’emergenza siccità, quando ancora non si vede all’orizzonte nessun piano irriguo regionale. Senza dimenticare le speculazioni in atto per il grano. Un’impennata dei prezzi in corso da fine 2021 e che ha visto un’ulteriore impennata con il conflitto in Ucraina. La situazione – considerando anche l’ormai annoso problema ungulati, oltre alla peste suina – è sempre più complicata per le aziende agricole delle province di Firenze, Prato e Pistoia, sottolinea la Cia Agricoltori Italiani della Toscana Centro.

La siccità sta devastando le campagne della Toscana centrale: “Ormai siamo di fronte ad una vera e propria emergenza – sottolinea Sandro Orlandini, presidente Cia Toscana Centro -. Campi all’asciutto da mesi, raccolti come il grano a forte rischio e produzioni come l’olivicoltura in forte crisi idrica con il concreto pericolo di ripetere l’annata tragica del 2021. Come più volte detto solo il 9% dell’agricoltura toscana beneficia di impianti di irrigazione, il resto deve sperare in precipitazioni e soluzioni provvisorie e di fortuna. Come più volte abbiamo ripetuto – aggiunge Orlandini -, c’è impellente necessità di un piano irriguo regionale, che ancora non si vede”.

E non piove neanche nei boschi della Montagna Pistoiese: “Siamo di fronte ad una siccità tale che anche i boschi stanno soffrendo molto – prosegue il presidente Orlandini -; stiamo assistendo in tanti casi ad ingiallimento diffuso e caduta anticipata del fogliame proprio a causa della scarsità di acqua. Se continua così anche le specie forestali autoctone sono destinate a cambiare di quota”.

C’è bisogno di misure concrete, di interventi seri di manutenzione della rete idrica per un miglior utilizzo delle acque, ma anche di nuove opere di irrigazione, da piccoli invasi distribuiti per accrescere la resistenza dei territori a grandi impianti di desalinizzazione dell’acqua di mare, come in Israele, utilizzando in maniera efficiente ed efficace in primis i fondi del PNRR. Inoltre, per Cia, sono necessari nuovi strumenti di assicurazione, tanto più che quelle che un tempo erano anomalie climatiche oggi stanno diventando la cronaca di tutti i giorni.

Servono interventi rapidi e sostegni sicuri da parte del Governo, della Regione Toscana e dell’Unione Europea a sostegno di tutte le aziende agricole – evidenzia Cia Toscana Centro. “E’ necessario da parte dell’UE, un fondo dedicato alle ripercussioni della guerra verso la nostra agricoltura, così come è avvenuto per il Covid. Servono tempi veloci e ristori certi, evitando lungaggini burocratiche che troppo spesso rappresentano un ostacolo ai tempi dei ristori” aggiunge Orlandini.

Pericolo speculazioni. Fra i problemi degli ultimi mesi – aggiunge Cia Toscana Centro – quello del riconoscimento del giusto prezzo per il raccolto di grano coltivato in questi mesi a costi esorbitanti, con stime del +40% sulla mietitura per il rincaro del gasolio agricolo (+100% su 2021), che galoppa dopo l’annuncio dell’embargo sul petrolio russo.

Continua poi l’emergenza ungulati e selvatici che da troppi anni sta mettendo in ginocchio agricoltura ed allevamenti toscani. Emergenza aggravata dai casi di peste suina africana che stanno minacciando la zootecnia di qualità della Toscana dopo i casi in aziende del Lazio a pochi chilometri dalla Maremma. Sono a rischio anche le razze pregiate e autoctone come la Cinta senese.

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