Non va diminuito l’impatto della caccia al cinghiale nell’area individuata dalla Regione Toscana come non vocata a questo animale, nel territorio pistoiese.
A sottolinearlo sono Cia Toscana Centro e Confagricoltura Pistoia che esprimono la loro totale contrarietà a questa ipotesi. Situazione che accadrebbe, se si concretizzasse l’intenzione dell’ATC Pistoia 11 di riservare ai soli selettori iscritti alle squadre di caccia al cinghiale, escludendo tutti gli altri, la possibilità di prelevare l’animale in buona parte dell’area non vocata, una fascia di 400 metri in linea d’aria interessata da coltivazioni e centri abitati in cui la presenza di ungulati dovrebbe essere tendente a zero.
“Vista la massiccia presenza di cinghiali che continuano a imperversare a ridosso dei centri abitati ed in mezzo alle coltivazioni e che non si riesce a contenere malgrado gli sforzi dei cacciatori e degli organi di vigilanza, siamo dell’opinione che il prelievo dovrebbe essere incrementato ed incentivato e non ridotto od ostacolato” sottolinea il presidente di Cia Toscana Centro, Sandro Orlandini.
“Tanto più nel momento attuale – aggiunge il presidente di Confagricoltura Pistoia, Luca Magazzini -, visto che la minaccia dell’epidemia della Peste suina africana, con il suo carico di restrizioni e danni per gli allevamenti e di limitazioni per tutte le attività all’aperto, incombe sulla provincia di Pistoia”.
Per questo – concludono Cia Toscana Centro e Confagricoltura Pistoia – vogliamo lanciare un appello all’ATC, alla Regione Toscana ed a tutta la politica, perché questa misura di limitazione alla caccia, non venga attuata.
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